Psicologia dell’età dello sviluppo

Il fenomeno Greta Thunberg: 3 motivi perché non è credibile

25/01/2020

Greta Thunberg, attivista sedicenne contro il riscaldamento globale, è diventata un vero e proprio fenomeno mediatico internazionale: in pochissimo tempo, Greta, da ragazza taciturna si è trasformata in un “modello di ispirazione” per un’intera generazione. Ma per cambiare il mondo e salvaguardare il Pianeta non bastano scioperi e miti.

Buongiorno a tutti.

Non mi convince molto Greta Thunberg, con tutto che non mi permetterei mai di sottovalutare l’effetto positivo che il suo messaggio ha sulle coscienze di tutti noi ed in particolare su quelle degli adolescenti e dei giovani in tutto il mondo, circa il disastro ambientale e il cambiamento climatico sulla Terra, per i seguenti tre motivi:

  1. Prima di Greta c’è stata Severn Cullis-Suzuki, una ragazza di soli 12 anni, che ha parlato al Vertice della Terra, a Rio de Janeiro, nel lontano 1992. Era una giovane attivista canadese, fondatrice di una piccola associazione ambientalista formata soltanto da bambini e il suo discorso ha incantato la platea, tanto che venne chiamata: “La bambina che zittì il mondo per 6 minuti”. E a tal proposito, mi viene spontaneo pormi la seguente domanda: “Perchè la Cullis-Suzuki, non ha avuto tanto successo con il suo messaggio quanto Greta sulle nostre coscienze?” In fin dei conti, l’attivista canadese aveva già fondato un’associazione per l’ambiente e da allora non ha mai smesso di battersi per salvare il nostro Pianeta? Invece Greta è comparsa dal nulla un bel giorno, di venerdì, “marinando” la scuola e uscendo con questo gesto provocatorio fuori da una grave forma di depressione e di mutismo selettivo.

  2. A l’età di 12 anni, a Greta fu diagnosticata la sindrome di Asperger e il padre, Svante Thunberg, in un’intervista del 31 dicembre 2019 fornita ai giornali internazionali, inclusi quelli italiani, ricorda che la figlia ha, per anni, lottato contro una forma grave di depressione, fino, appunto, al famoso venerdì dello sciopero fuori dalla scuola e seduta davanti al Parlamento svedese per lottare per il clima. Greta aveva smesso – per anni – di parlare, di andare a scuola e perfino di nutrirsi! In quanto psicoterapeuta, mi riesce difficile credere che una forma così grave di depressione e così duratura nel tempo possa “guarire miracolosamente” per un’idea, seppur lodevole, rivolta alla tutela e alla salvaguardia del nostro Pianeta dai disastri ambientali. Da un punto di vista professionale, la depressione è rabbia e aggressività rivolta contro se stessi e, nelle sue forme più gravi, può condurre perfino alla morte, ma se queste emozioni devastanti trovano uno sfogo improvviso verso l’esterno, improvvisamente, il soggetto usufruisce di un miglioramente del suo comportamento autodistruttivo. Ma ciò non comporta che sia guarito!

  3. Ci sono degli illustri scienziati, tra i quali spicca anche il Professore Franco Prodi, fisico dell’atmosfera e climatologo di fama mondiale, che sostengono che: “con Greta siamo di fronte ad un abbaglio mondiale!”. Lo scienziato, e con lui tanti altri, dichiara che, mentre la lotta contro l’inquinamento globale va combattuta e sostenuta da tutti noi perché i suoi effetti nocivi per la salute dell’uomo sono devastanti, il nostro “potere” personale per contrastare i cambiamenti climatici sul nostro Pianeta sono praticamente pari allo zero. Questi scienziati sono del parere che la battaglia portata avanti dalla sedicenne svedese col movimento Fridays For Future, non stia andando nella giusta direzione.

Personalmente, ritengo che dobbiamo informarci di più su questi argomenti per avere un’idea la più obiettiva possibile a riguardo. Forse dobbiamo pensare che è più educativo creare un movimento tipo ”Saturday” o “Sunday For Future”, in modo tale che non si perdano ore preziose di studio a scuola, cosa che, ahimè, Greta è abituata a fare da anni.

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